Durante la loro vita i lepidotteri attraversano diverse trasformazioni più o meno consistenti fino al raggiungimento dello stadio adulto.
Come si può riuscire a capire che il bruco ormai “maturo” è pronto a trasformarsi in crisalide?
Una volta che hanno completato l’accrescimento e si sentono vicini alla metamorfosi i bruchi dei lepidotteri cambiano comportamento, per esempio iniziano a perdere interesse per il cibo e talvolta è pure possibile osservare gli ultimi prodotti della digestione della fase di bruco con escrementi più voluminosi ed acquosi.
Successivamente iniziano a cercare un riparo protetto per subire una delle fasi più delicate della loro vita: la metamorfosi.
I bruchi di Macaone e di Cavolaia maggiore si trasformano in crisalidi di tipo cingulate (o succinte) cioè fissate ad un supporto per mezzo di una cintura di seta prodotta dal bruco e ancorate alla base della crisalide così che il corpo resti ben fissato.
Quali sono i fattori responsabili della trasformazione in crisalide svernante (invernale) o in crisalide non svernante (estiva)?
I fattori responsabili sono:
- il fotoperiodo (cioè la durata dell’illuminazione diurna, in termine di ore di luce)
- la temperatura
- l’umidità
I bruchi di Macaone e di Cavolaia maggiore nelle ultime settimane di sviluppo reagiscono alle variazioni del fotoperiodo e della temperatura ambientale: se il numero di ore di luce giornaliera è stato per un certo periodo al di sotto di una certa soglia, il bruco produrrà una crisalide che andrà in diapausa.
Che cos’è il fenomeno della diapausa?
La diapausa è un periodo di tempo che a seconda delle specie può variare da qualche mese a qualche anno in cui tutte le attività vitali dell’insetto sono ridotte al minimo. La diapausa rappresenta la risposta degli insetti alle avverse condizioni ambientali. Questa sosta è legata alle stagioni: normalmente si tratta di un ibernamento, tuttavia sono possibili anche diapause estive (estivazioni) che consentono all’insetto di superare l’aridità e le alte temperature estive.
E per trasferirle all’interno della casetta per lo sfarfallamento?
Dopo 3-4 giorni dalla loro formazione, le crisalidi si saranno irrigidite e potranno essere trasferite nella casetta di sfarfallamento. La tecnica più usata per togliere le crisalidi è quella di tagliare la cintura serica con una forbice e di spingere delicatamente con le mani (tenendola dalla parte più vicina all’ancoraggio) la crisalide verso il basso facendo in modo che si tolga dal suo ancoraggio. Una volta libera si può sistemare nella “cartuccera” all’interno della casetta per lo sfarfallamento.
Un semplice trucchetto per capire se la nostra crisalide è svernante o no?
Prendete un contenitore e versatevi dentro dell’acqua fino a riempirlo fino a metà (fate attenzione che ci siano almeno quattro dita di acqua) successivamente fate cadere le vostre crisalidi al suo interno: se la vostra crisalide non galleggia sarà una crisalide invernale e quindi sfarfallerà nella primavera successiva.
Diversamente se la vostra crisalide galleggia sarà una crisalide non svernante.
Come possiamo prenderci cura delle nostre crisalidi?
Se le tue crisalidi sono “estive” (formate con il fotoperiodo che va da marzo a settembre e/o con temperature medie superiori ai 23°) completeranno la metamorfosi nel giro di 10-12 giorni. Un paio di volte la settimana in questo periodo è consigliabile nebulizzare con acqua le nostre crisalidi, per garantire un minimo di umidità ambientale, utile soprattutto per aiutarle a sfarfallare se l’ambiente delle nostre case è troppo secco.
Se invece si sono formate con il fotoperiodo che va da ottobre a febbraio saranno di tipo “invernale”, e la metamorfosi si completerà la primavera successiva, con i primi caldi. Durante questo periodo le crisalidi andranno tenute all’esterno in un luogo illuminato naturalmente ma protetto dal sole dall’acqua e dal vento. Controlla giornalmente le crisalidi per le prime settimane, perché la distinzione estive-invernali non è sempre certa e potrebbe verificarsi qualche sfarfallamento inaspettato.
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