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4- Quando Alibut capì che non era solo

Aggiornamento: 11 lug 2018

Di Roberta Durante

quarta storia alibut
Le copie sono consentite solo per uso personale o educativo. Per qualsiasi utilizzo vi preghiamo di contattarci.

Illustrazioni: Francesca Furian


Vi ricordate quando Alibut scoprì il fuoco? Ecco, da quella volta il piccolo bruchino non smise più di fare domande. Anzi, aveva cominciato ben prima, ma quando conobbe lo scorpione filosofo, capì che parlare ed esprimere le proprie idee faceva molto bene. In fondo quel gentile scorpione lo aveva salvato dal fuoco ardente e lo aveva fatto scegliendo di esprimere la sua idea, anche senza bisogno di parlare ma dimostrandolo nei fatti: “io voglio salvare quest’ingenuo bruchino giallo e verde”. E infatti aveva funzionato, Alibut si era salvato proprio perché l’idea dello scorpione suo amico era un’idea giusta. Ma attenti! Non tutte le idee, purtroppo, sono giuste, l’importante, infatti, è riconoscerle. Come si fa? Alcuni usano l’istinto, altri ci pensano su. Non sempre si scelgono le idee giuste ma giusto è provarci. E sapete cosa? Proprio quella volta il bruchino Alibut fece un patto con se stesso, con lo scorpione suo amico e con il mondo intero che ancora non conosceva: giurò che avrebbe sempre cercato di scegliere un’idea giusta. Se solo ci avesse pensato quella volta che la spina di una rosa lo punse! Il piccolo bruco Alibut, carico di un nuovo sapere, si mise nuovamente in spalla lo zainetto e proseguì il suo cammino. Ma dopo pochi passi un rumore incessante si fece sempre più forte. La terra sotto i suoi piedini senza calzini a righe e l’aria tutta intorno sembravano vibrare in un modo che il piccolo bruco non aveva mai sentito prima. Il suono faceva circa così: bzzz-bzzz-bzzz. Ma mica solo tre volte! Quello strano bzzz non la smetteva più. Alibut alzò la testa e vide un lunghissimo sciame di api che di certo non sapeva cosa fossero ma di certo aveva capito che erano moltissime. Poi voltò lo sguardo e non credette ai suoi occhi quando vide saltare tra i fili d’erba una grossa cavalletta verde. Alibut si rese conto che in quel mondo non conosceva nessuno al di fuori dei suoi fratelli pesci e dello scorpione filosofo. Invece la terra era piena di abitanti, simili a lui perché vivevano nel mondo, ma con delle facce molto diverse e molto buffe. Ecco lassù nel cielo una mosca! Mentre giù, più giù dei suoi piedini di bruco stava spuntando un verme, che lento com’ era ebbe il tempo di cantare al piccolo Alibut una filastrocca:


« piccolo il bruco piccolo il mondo

piccolo l’albero con il suo sfondo

molte le api tante le vie

tanti gli uccelli e nell’ aria le scie

dei loro canti dei loro versi

poi vedi me sotto terra coi vermi

il mondo è vasto lo spazio è tanto

se fossi solo saresti il tuo pianto ».


Nelle parole di quel verme che era sicuramente un poeta, Alibut capì che quell’ emozione che gli avevano dato i suoi fratelli pesci, lo scorpione filosofo e il suo nuovo amico poeta altro non era che la magia di sapere che non era solo, seppure il mondo fosse molto ma molto grande.


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