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3- Quando Alibut scoprì che non esisteva solamente l'aria

Aggiornamento: 11 lug 2018

di Roberta Durante


Terza storia di Alibut
Copie sono consentite solo per uso personale o educativo. Per qualsiasi altro utilizzo, vi preghiamo di contattarci.

Illustrazioni di Francesca Furian


Vi ricordate quando Alibut si punse con la spina di una rosa? Ecco, quella fu l’ultima volta che il piccolo bruchino tentò di strappare i petali di un fiore. Ma fu anche l’inizio della sua lunga avventura verso il mare. Già, il mare, quello pieno di pesci, i suoi fratelli. Ma che cos'era quel mare che il bruchino tanto cercava? Mentre Alibut passava dall'albero alla terra, si fece proprio questa domanda: che cos'era il mare? E ancora prima di darsi una risposta si ritrovò con un’altra domanda in testa: che cos'era la terra? Il bruchino era confuso, si trovava spesso circondato da qualcosa che non sapeva cosa fosse. Pensò che forse, tutte le cose, avessero bisogno di qualcos'altro per vivere, com'era il mare per i pesci o la terra per le rose… e infondo, anche Alibut, aveva bisogno quantomeno dell’aria per respirare. Il bruchino, frastornato e pensieroso com'era, scartò una caramella badando bene a riporre la carta nel taschino del suo zainetto. Quando alzò lo sguardo per proseguire il suo cammino, fu subito attratto da una luce intensa che si propagava da un cumulo di rami. Si avvicinò incuriosito, ma più si avvicinava a quel falò, più sentiva caldo. Decise allora di togliersi scarpe e calz… ma no, i bruchini non indossano mica scarpe e calzini! Insomma, tutto accaldato e sudato si avvicinò a quella luce incandescente ma proprio mentre stava per toccarla, uno scorpione gli diede una spinta così forte che lo fece rotolare fino ai piedi di un girasole. Lo scorpione raggiunse poi il bruchino e con aria severa gli disse:


«Attento al fuoco, attento bruchino

tu credi sia un gioco ma brucia il ditino

un cuoco lo usa soltanto in cucina

insieme alla legna funziona il camino

attento bruchino il fuoco fa male

i bimbi di certo non lo possono usare!»


Rincuorato dalle buone intenzioni di quel gentile scorpione, Alibut si sistemò lo zainetto e si tirò su ma proprio mentre i due si avvicinavano venne a piovere. In un attimo il fuoco si spense e non rimase che un un cumulo di rametti dove Alibut e lo scorpione poterono rifugiarsi, ora che il fuoco era spento. Alibut scoprì che lo scorpione era un filosofo e rimase ammaliato dalla sua teoria dei quattro elementi che dava finalmente una risposta alle sue domande. Il mondo insomma, per funzionare alla grande, aveva bisogno di sole quattro cose: il fuoco, che altro non era che quell'energia che nasceva in qualsiasi bimbo, o bruchino, appena vedeva un’altalena, la stessa energia che si provava con un bacio vero, e poi l’aria, questa cosa invisibile che però ci fa respirare e sentire il profumo dei biscotti, e ancora l’acqua, umida e dissetante, buona da bere e bella per tuffarsi, e infine la terra che accoglie e nutre tutti noi, proprio come una mamma.


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